RITMICHE DI LUCE

Antonella Zazzera

Galleria Disegno, Mantova, 25 maggio 2013

L’artista Antonella Zazzera è presente nella mostra di Mantova con alcuni lavori che riassumono il suo percorso. L’artista, originaria di Todi, ove risiede, è partita sviluppando un concetto di ricerca visiva di di-segni intersecati e stratificati da colle, gessi, pigmenti ed altri materiali nelle sue Madri Matrici, tele di garza non costrette negli spazi ma soggette tuttavia ad un disegno delineato e matematico. Negli intricati segni vi è già precostituita la trama delle sue sculture Armoniche, composizioni di rame di varie dimensioni, meticolosamente costruite con un sapiente lavoro di tessitura che quotidianamente costruisce e modifica. Queste sculture, una volta definite, cadono morbidamente a terra e vi si adagiano come manufatto della Natura, o rimangono sospese come corpi di scultura di luce di cui conservano l’intrinseco principio vitale.

E’ riflessione, quella di Antonella Zazzera, sulle possibilità della materia e della sua interazione con l’uomo, sullo scambio tra le energie cosmiche. Le sue opere sono cariche e vibranti della luce che vi si deposita, in questo simili ad ogni cosa che fa parte della Natura, ma attraversate dalla conoscenza e dalla storia dell’Arte.

Nella sua ricerca inizialmente vi è, insieme al disegno, la fotografia in cui rappresenta in forme quasi astratte il contrasto tra buio e luce inscenato nelle tele del Caravaggio, artista che l’affascina, dove la luce diviene importante nell’esibizione del particolare ma ove la sua negazione, il buio, rende altrettanto importante la rappresentazione della scena per sottrazione, due polarità complementari ed inscindibili.

Spingendosi più avanti la sua indagine analizza le importanti rivoluzioni dell’arte moderna che hanno imposto lo studio della luce per approdare ad una diversa rappresentazione della realtà, a partire dall’impressionismo per arrivare al futurismo ed ai maestri, come Balla, che hanno ispirato maestri contemporanei come Castellani e Dorazio, maestri di riferimento nella formazione di Zazzera.

Antonella Zazzera organizza le sue trame di rame, costituite da una moltitudine di fili di rame tenuti insieme da un ordine arcano e antico, tendendo alla ricerca della ricostituzione del caos della materia. Nella composizione delle opere, in spartiture, sono già presenti il volume e la forma ma anche lo spazio ed la conseguente affinità con il luogo che le ospiterà, la dinamicità che si crea tra l’oggetto-soggetto ed il luogo che lo riceve, ricerca prevalente e punto di meditazione essenziale nella creazione delle sculture di Antonella Zazzera.

Testo di Stefania Giazzi

RETE FRATTALI

Fernando Garbellotto

Galleria Disegno, Mantova, maggio 2013

Garbellotto inizia la sua formazione con studi umanistici e si laurea in giurisprudenza. Successivamente, negli anni ottanta, comincia a riflettere sull’arte e sui sistemi. Affascinato dalle teorie di Maldelbrot sui frattali, sperimenta modalità di espressioni pittoriche affiancate da tecniche miste sino a giungere all’attuale sintesi del suo pensiero: le reti frattali.

In questa forma l’artista esprime la sua teoria della relazione umana con i suoi possibili molteplici sviluppi, con la variante fondamentale del caso che tutto può variare.
Ogni singola particella del tutto, seppur simile alle altre, ad un’attenta analisi si rivela diversa e l’insieme di tutte le particelle è sempre inferiore alla somma di tutto il sistema: a questo principio si ispira e sviluppa il lavoro di Garbellotto che immagina ed intreccia relazioni costanti mediante nodi simili ma mai uguali, parafrasando le relazioni umane ma anche quelle delle materia, composta da particelle atomiche che non percepiamo visivamente ma che compongono l’oggetto che osserviamo, facendolo sembrare altro ai nostri occhi. L’estrema sintesi di Fernando Garbellotto è la trasformazione della tela, precedentemente dipinta, in particella che diviene altro, parte dell’insieme che la contiene e che può estendersi all’infinito.

Testo di Stefania Giazzi

PASSAGGI

Francesco Candeloro

Galleria Disegno, Mantova, 25 maggio 2013

Francesco Candeloro ha una personalissima visione dei luoghi e delle città.
La sua conoscenza della storia e del territorio gli permettono di reinterpretare i luoghi e le architetture che egli vede non solo calati nella realtà attuale ma filtrati attraverso il tempo. I mezzi ed i materiali di cui l’artista si avvale sono moderni, parte dall’uso della fotografia per estrapolare attimi, gesti, luoghi, assumendo la realtà del presente che poi trasformerà.
Fissare l’istantanea di un luogo, colta nell’affannoso traffico delle metropoli o osservandola da un punto privilegiato di un monumento artistico, è per Candeloro trasformarla in visione quasi onirica.
Egli infatti opera una sovrapposizione delle lastre per permettere a chi le osserva di passare dalla prima visione, più superficiale, ad una nuova osservazione che obbliga chi la osserva a guardare più in profondità.

Testo di Stefania Giazzi