Sonia Costantini e Massimo Izzo

a cura di Stefania Giazzi e Catalina Munoz

21 novembre- 8 dicembre 2012

 

La luce si unisce allo spazio sono una cosa sola inseparabili” (Il vuoto- Battiato-Sgalambro)

Il più basso è simile in tutto al più alto e il più alto è simile in tutto al più basso e questo perchè si compiano i miracoli della cosa unica” (La Tavola di Smeraldo-Trismegisto)

 

L’idea di accostare due artisti, due tecniche così differenti è nata riflettendo sulla rifrazione della luce in entrambe.
Nel lavoro di Sonia Costantini vi è la ricerca di organizzazione dello spazio. Il suo lavoro di stesura del colore sulla tela, a più campiture, è forma non espressa, non dichiarata ma visibile ad uno sguardo attento, che scivola oltre i formalismi estetici.

Non c’è nulla di casuale nel gesto di Sonia Costantini, il suo non è gesto istintivo ma di catarsi. Ogni colpo di spatola riorganizza il caos, fissa i confini nella tela per comporre una trama in cui il colore si dilata ed impone la sua luce endogena, rivelazione della ricerca di assoluto e di sintesi dell’artista.

L’artista mantovana, nella sua personalissima intepretazione del monocromo, ha avuto importanti riconoscimenti anche entrando a far parte di importanti collezioni d’arte e tra queste Panza di Biumo, con il quale ebbe un rapporto di reciproca stima e di vivace scambio intellettuale.

 

Massimo Izzo da sempre cattura l’anima pura, viscerale delle pietre. Ne coglie la sacralità.
Il suo lavoro attinge dalla storia e dai miti. Si ispira ad antiche tradizioni siciliane ed ai popoli che ne hanno influenzato la cultura. Ha coniato antiche monete, l’Aretusa del mito di Siracusa e la greca Demareteion, e perpetuato l’omaggio al genio di Archimede con la creazione di opere donate ad artisti di fama internazionale.

Con l’arte dell’alchimia trasforma l’oro, l’incorruttibile metallo che nella filosofia simboleggia la purezza del pensiero, in prezioso scrigno di pietre dall’incomparabile bellezza. Forze centripete di energia, le pietre assorbono in sé la luce e la trattengono per restituirla trasformata e rigenerata.

Il gioiello di Massimo Izzo è fusione dell’arte eccelsa di cesellare, di cultura, di tributo alle gemme che la Terra ci permette di sottrarle.

Comparare le opere dei due artisti, Sonia Costantini e Massimo Izzo, ci permette di accostarci ai segreti della materia e della sua trasformazione, che giungono a noi attraverso vibrazioni di luce.

Testo di Stefania Giazzi

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