PENSO MICHELANGELO AL MACRO
OVVERO I CORRIDOI DEL TEMPO
NELLO SPAZIO MACRO
https://www.museomacro.it/evento/penso-michelangelo-al-macro-ovvero-i-corridoi-del-tempo
Dall’ 1 al 15 luglio 2019
Talk-autoritratto martedì 2 luglio dalle ore 18 alle ore 20
L’idea di un intervento di Michelangelo Penso negli spazi del Macro Roma è nata osservando lo stretto rapporto dell’artista con l’algoritmo spazio/interazione umana.
Scandire i passaggi umani e trasferirli in una traduzione sonora è una sofisticata elaborazione dello studio di Penso sulla socialità e sull’interdipendenza tra umani.
Consapevolmente o no, ogni nostra azione o pensiero compiuto influenzano comportamenti, influiscono sullo svuotamento o riempimento di date aree creando nuovi equilibri territoriali; ogni nostra energia, sia essa positiva o negativa, è in grado di modificare gli equilibri esistenti.
Quando non siamo in grado di adeguarci a questi cambiamenti e di ricreare un nuovo assetto, sopravviene il caos.
L’esperimento di Penso è di imprigionare il caos entro regole dettate da codici vitali; è agire sull’espressione della nostra forma corporea per andare ad esaminare la più perfetta molecola del nostro microcosmo, il DNA, attraverso l’intensità del suono provocato dal passaggio del nostro corpo in un determinato spazio.
Quale luogo più congeniale del Macro Asilo a supporto di questo suo progetto?
Tutto ciò che è stato ospitato al Macro, le ricerche, le opere, le performances, le testimonianze, sono componente di un pensiero che vuole intervenire per modificare il concetto di fruizione dell’arte.
Liberare le idee, renderle disponibili a tutti, svilupparle creando un rapporto tra lo spazio del Museo, l’artista ed il pubblico dà vita ad uno scambio estetico ed esistenziale.
Si può quindi parlare di Rinascimento culturale.
Michelangelo Penso attinge a questo concetto quando riflette sul suo intervento al Macro Asilo.
Osservando il transito dei visitatori da una parte all’altra del ponte che collega i due poli ove si trovano gli ambienti dei laboratori. L’artista ha elaborato un metodo per catturare il suono che viene prodotto dallo spostamento dei corpi nell’attraversamento.
La segnalazione del passaggio viene introdotta da una variazione del suono naturale che vi è nello spazio, tradotto da speakers e continuamente modificato dalla scia rilasciata dal DNA di ogni persona catturata da sensori. Ogni singolo individuo che transita in questo luogo andrà a modificarne le caratteristiche sonore.
A collegare questi speakers (n.12), applicati sulle vetrate, saranno delle sottili strutture in carbonio, ricoperte da cinghie in pvc di colore violetto. Queste verranno applicate nella parte superiore creando archi di colore che sottolineano l’aspetto di un corridoio rinascimentale, di un moderno modello di interscambio tra le genti.
Il colore viola, spesso utilizzato dall’artista, simboleggia al contempo la sua creatività e la metamorfosi che avviene codificando l’esistente e mettendolo in relazione con gli schemi sociali.
I vigilanti ai lati del ponte saranno testimoni di questo passaggio, custodi della lenta silenziosa trasformazione culturale in atto che finalmente si è tradotta in suono.
a cura di Stefania Giazzi
Ovvero i corridoi del tempo
2 luglio 2019
In dialogo con Stefania Giazzi
Autoritratto:
https://www.museomacro.it/media/penso-michelangelo-al-macro-autoritratto